Sai cosa vuol dire il famoso detto su Padova ovvero che è la “città dei tre senza”? Ecco la spiegazione.
Padova è una città del Veneto poco distante da Venezia, tanto che è famoso questo modo di dire: “Venezia la bella, Padova sua sorella”, proprio perché si somigliano in quanto a patrimonio storico e culturale. Infatti Padova non ha nulla da invidiare a Venezia in quanto è una città molto elegante e tutta da scoprire.
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Da visitare a Padova sono, fra le altre cose, la Cappella degli Scrovegni, la Basilica di Sant’Antonio, la Piazza delle Erbe e della Frutta, il Palazzo della Ragione, il Prato della Valle, i Musei Civici, il Duomo e il Battistero, il Palazzo del Bo e Gabinetto Anatomico, l’Orto Botanico e Villa Pisani Museo Nazionale.
Insomma, non c’è che dire: Padova si prospetta davvero interessante da visitare durante un weekend fuori porta o una vacanza di più giorni. Ad incuriosire i turisti è anche un famoso gioco di parole legato a Padova che è detta “la città dei 3 senza” ma cosa vuol dire?
Padova è la “città dei 3 senza”: la spiegazione dietro questo famoso detto
A rendere più misteriosa e affascinante una città sono anche le usanze o i modi di dire ad essa legati e Padova non fa eccezione. Infatti viene definita la la città dei 3 senza: del Santo senza nome, del prato senza erba e del caffè senza porte.

Il “Santo senza nome” è Sant’Antonio ma la Basilica a lui dedicata è nota a tutti semplicemente come la Basilica del Santo. Sant’Antonio era un frate francescano di origine portoghese che trascorse gli ultimi anni della sua vita a Padova, dove morì. Lo amavano soprattutto i poveri e i ceti meno abbienti perché sin dal suo arrivo si impegnò a combattere la corruzione e lo strozzinaggio.
Nella Basilica ci sono le sue reliquie e ogni anno milioni di pellegrini si recano qui per pregare. Per “prato senza erba” si fa riferimento a Prato della Valle, una piazza grande 90mila metri quadrati che un tempo era un terreno paludoso, bonificato e riqualificato dal podestà Andrea Memmo. L’attuale nome “Prato della Valle” deriva dal toponimo Pratum, ovvero un ampio spazio usato a scopi commerciali, come il mercato di bovini e animali di grossa taglia.
“Prato” ci fa pensare a dell’erba ma in realtà qui non c’è. Infine, per “caffè senza porte” si intende lo storico Caffè Pedrocchi, realizzato nell’800 dall’architetto Giuseppe Japelli che divenne un luogo frequentato da accademici, intellettuali e uomini politici, anche di fama internazionale. Si chiamava “caffè senza porte” proprio perché era aperto sia di giorno che di notte.
Dal 1916 venne chiuso di sera perché le luci del locale potevano essere un punto di riferimento importante per gli austriaci che volevano assediare la città. Prendendo spunto da questi “tre senza” (la Chiesa di Sant’Antonio, il Prato della Valle e il Caffè Pedrocchi), si può iniziare la visita alla volta di Padova.