Siamo certi che usate WhatsApp con molta leggerezza, senza soffermarvi a pensare alle parole e ai modi usati nelle chat. Errore da non ripetere.
Il fatto di utilizzare una tastiera e di avere uno schermo a protezione non significa poter non pesare le parole dette anzi, proprio l’impossibilità di guardarsi in faccia dovrebbe incutere più timore per ragioni diverse ma tutte importanti.
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Un messaggio scritto può essere mal interpretato oppure contenere parole che decontestualizzate potrebbero mettere in allarme. Iniziamo subito dalla possibilità più grave, quella di poter essere sospesi dall’utilizzo dell’applicazione sia per insulti e minacce ma anche per altri motivi. Leggendo i termini di servizio si conoscono le parole vietate e rischiose, quelle che non rispettano le condizioni imposte dal servizio.
Gli sviluppatori dell’app non ammettono crimini di odio, di discriminazione, di sfruttamento delle persone né l’uso di parole volgari. Non solo contenuti osceni e volgari o diffamatori ma anche semplici termini come “Pedofilia”, “Pornografia” e “Stupro”. A causa di chat contenenti queste parole si può veder sospeso l’account. Ecco perché vediamo tanti asterischi sui social a sostituzione di alcune lettere che formerebbero quei termini e simili. Oltre il rispetto dei termini di servizio, però, ci sono delle regole non dette da osservare.
WhatsApp e i messaggi che rasentano la maleducazione
La scrittura su WhatsApp è disciplinata da alcune regole non dette perché parole e modi potrebbero causare fraintendimenti e, dunque, litigi nati per un’incomprensione. Tramite messaggio è facile passare per maleducati o presuntuosi semplicemente perché si ignorano queste regole non scritte. Il punto alla fine della frase, ad esempio, indica che si vuole concludere la conversazione e non si ha piacere di continuare a chattare. Segnala, dunque, stanchezza o rabbia e, per questo motivo, meglio non metterlo a meno che non sia usato per mostrare una rimostranza.

Attenzione alle emoji utilizzate, alcune sono ambigue e variano a seconda del contesto. L’occhiolino è un tentativo di flirt o solo un modo di dire “okay”? Il destinatario potrebbe non capirlo. Denti stretti per dolore o per aver scampato un pericolo? Insomma, se il significato non è chiaro meglio evitare. Passiamo ai messaggi vocali anche se servirebbe un’intera guida con riferimento a questa modalità di comunicazione sicuramente pratica ma a volte esasperante. Non si possono inviare vocali che durano minuti e minuti e sono assolutamente da evitare se la conversazione è formale (con un datore di lavoro, ad esempio). Infine può sembrare maleducato oppure un modo per distaccarsi concludere la frase con “ciao” o “ci sentiamo”. Al pari del punto crea disagio nell’interlocutore.