Una delle più interessanti curiosità sulla città di Padova riguarda la famosa colonna “rubata”: di cosa si tratta davvero e per quale motivo si chiama così.
Una città dall’atmosfera raffinata, che viaggia su un percorso tracciato dalla storia e dalla cultura, imponendosi come uno dei centri più influenti del Veneto. Padova è un capoluogo da più di 207 mila abitanti situato all’estremità orientale della Pianura Padana ed è una delle mete più apprezzate della Regione anche dai turisti.

Per i visitatori è interessante accostarsi alle più note curiosità su questo comune, che può vantare diversi primati, tra cui una tra le Università più antiche del mondo. A ciò si associano sorprendenti testimonianze architettoniche, che ancora oggi raccontano molto della vita che si svolgeva in passato in questo luogo.
Difficile passeggiare per le vecchie strade del centro storico di Padova e non restare colpiti, ad esempio, dalle targhe a pavimento. Si tratta infatti, di antiche segnalazioni di specifici punti o rioni della città, che ancora oggi danno un’idea dell’aspetto che poteva avere in passato.
Un dettaglio che cattura l’attenzione ancor di più però, è la famosa “colonna rubata”. Passeggiando in Piazza della Frutta non si può non notare un particolare portico, che poggia su capitelli. Uno di questi è completamente assente e il motivo è avvolto nel mistero.
Che cos’è la “colonna rubata” di Padova: il motivo dell’assenza
É definita anche “la città dei senza”, perciò non ci si dovrebbe sorprendere di fronte ad una sorprendente mancanza. Nel centro di Padova spicca il Palazzo della Regione, circondato da un porticato molto insolito. Uno dei capitelli infatti, non sovrasta alcuna colonna. Questa originale struttura architettonica ha generato molte domande, dalle quali sono emerse le più varie leggende metropolitane.

Una delle ipotesi, spesso raccontata dagli stessi padovani, attribuisce l’assenza ad un “furto” da parte dei vicentini. Questo sarebbe stato un pretesto per dichiarare loro guerra. La soluzione più plausibile invece, è quella che attribuisce questa costruzione al Quattrocento.
Si pensa che si tratti di una mossa strategica mirata ad annullare le spinte degli archi, evitando allo stesso tempo che la colonna centrale fosse d’intralcio. Il tutto sarebbe stato fatto a scopi commerciali e logistici. L’apertura infatti, consentiva ai carri ingombranti carichi di merci di passare più facilmente.
Quello che a prima vista potrebbe apparire come un vero e proprio mistero dunque, avrebbe una spiegazione quanto mai sensata. Non è tuttavia, l’unico curioso avvistamento a cui si può andare incontro percorrendo in lungo e in largo Piazza della Frutta.
I buoni osservatori noteranno un muro molto speciale. Su di esso compare un’incisione che riporta dei riferimenti ad unità di misura altrettanto antiche. Il motivo, anche in questo caso, è molto più comprensibile di quanto si possa immaginare. Trattandosi di una zona di mercato, queste sarebbero state d’aiuto alla clientela, per non farsi ingannare dai venditori truffaldini durante gli acquisti.