Qual è il legame che unisce Padova a Roma? La vicinanza tra queste due città così distanti geograficamente è legata alle origini, svelata dal mito della loro fondazione.
La città di Padova è tra le più antiche d’Italia, stando alle datazioni giunte sino ai giorni nostri il primo insediamento di paleoveneti – popolazione di origine centro europea insediatasi nel nord Italia per sfruttare una terra ricca di corsi d’acqua – risalirebbe all’XI secolo a.C., una data anteriore persino a quella di Roma, delle città della Magna Grecia site tra Sicilia e Calabria e di Cagliari, primo insediamento noto dei Sardi e storicamente considerata la prima città d’Italia.
Le fonti storiche indicano invece la fondazione di Roma tra il VII e l’VIII secolo a.C., per essere precisi il 21 aprile 753, 47 anni dopo quella di Cagliari e 4 dopo quella di Messina. Le tracce di antiche comunità paleovenete non sono supportate da documentazione scritta come nel caso delle altre città citate, il che pone maggiori dubbi sull’effettiva data di fondazione dell’antica Padova.
La fonte più antica e accreditata sulla fondazione di Padova è però una di quelle che ha aiutato a ricostruire le origini di Roma, ovvero Tito Livio. Proprio a partire dagli scritti dello storiografo latino che si trova il mito della fondazione di Padova, strettamente legato a quello della Capitale.
La leggenda della fondazione di Roma è legata a Romolo, discendente della stirpe reale degli Albensi e secondo quanto narrato da Virgilio nell’Eneide (opera di fantasia scritta con l’intento di dare lustro divino e nobiliare alle origini della città) figlio di Rea Silvia, erede di Alba Longa che sarebbe stato un discendente diretto di Enea, eroe troiano scampato alla distruzione della città ad opera dei greci.
Secondo quanto scoperto nel 1.200 d.C. dal poeta padovano Lovato de’ Lovati, un altro eroe troiano scampò alla distruzione di Troia, Antenore. Descritto da Omero come un uomo saggio, che aveva ospitato i re achei Menelao e Agamennone allo scopo di trovare una soluzione pacifica al conflitto con la restituzione di Elena al marito, secondo Tito Livio (anch’esso padovano) – che ne narra le gesta in Ab Urbe Condita – avrebbe condotto un gruppo di profughi dall’Asia minore sino alla foce del Brenta.
Tale versione è stata ripresa da Virgilio nell’Eneide e riportata a galla da Lovato, il quale sostenne di aver scoperto persino la tomba in cui venne seppellito Antenore, accanto alla quale si fece seppellire anch’esso. Avendo tutto origine dallo scritto di Omero i cui personaggi si perdono tra mito e leggenda, non c’è possibilità alcuna di confermare quelle che sono di fatto ricostruzioni poetiche e fantasiose.
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