Non è necessario alle volte allontanarsi miglia e miglia per trovare un luogo in cui la natura fa da padrone e ci si possa riconciliare con se stessi e il mondo: la Certosa di Vigodarzere è una meta imperdibile per chi visita la città e anche per chi ci abita.
Quando ci si trova in quel periodo dell’anno in cui lo stress e la stanchezza hanno raggiunto limiti insopportabili, con la mente si viaggia verso luoghi inesplorati, si pianificano viaggi in parti del mondo che si possono vedere una volta sola o che si sogna di visitare da anni, oppure si va in avanti nel tempo a quel periodo estivo in cui si può finalmente beneficiare delle ferie.
Per chi abita nei pressi di Vigodarzere, però, non è necessario fare voli pindarici e nemmeno prendere anni sabatici o ferie in anticipo per poter godere della natura circostante e prendersi una pausa dalla routine e dallo stress che ne consegue. Gli abitanti di questa zona si trovano in una zona fortunata da questo punto di vista.
Centro abitato che conta appena 13mila abitanti in provincia di Padova, Vigodarzere è vicinissimo alla zona termale più rinomata del Veneto, quelle terme euganee che sin dai tempi degli Antici romani sono luogo di ritrovo e ristoro da malanni e stanchezze, nonché meta di turismo e di ricerca storica e culturale.
Per raggiungerle – la località più vicina è Abano Terme – c’è bisogno di prendere la macchina e percorrere 24 chilometri, una distanza per nulla proibitiva, ma che comunque richiede del tempo a disposizione prima di giungere a destinazione. Quindi nei giorni più caotici e nelle settimane più gravide, basta semplicemente andare a piedi alla Certosa.
La Certosa di Vigodarzere era originariamente un monastero certosino, luogo in cui i monaci si abbandonavano alla preghiera e alla contemplazione, ma anche in cui lavoravano i campi per produrre alimenti e bevande per loro stessi e per gli abitanti della zona. Al fine di garantire ai monaci il giusto ambiente per la meditazione religiosa, all’interno del monastero è presente un desertarium, una zona ricca di verde e alberi monumentali sita in prossimità del fiume Brenta.
Chiunque visiti questo luogo storico, dunque, ha la possibilità di osservare da vicino il monastero e le stanze in cui i monaci erano soliti trascorrere le proprie giornate, cenare, pregare dormire, ma anche l’opportunità di concedersi una passeggiata nella natura, al riparo dal caos e dal chiasso della modernità per poter riflettere o semplicemente rilassarsi durante una giornata primaverile.
Prima di loro tantissime persone hanno beneficiato della tranquillità di questo luogo, alcune di esse sono state personalità storiche giunte appositamente per visitare il monastero come ad esempio Lord Byron, Pindemonte, la Principessa d’Assia, Lord Elgin ed il Generale Lamarmora.
Ad arricchire questo luogo incantato in cui il tempo sembra essersi fermato, alberi secolari, tra cui spicca un platano immenso che è stato inserito nell’archivio degli alberi monumentali. Ma non mancano querce, roverelle e altri alberi secolari che meritano di essere visti e segnalati come patrimonio naturale della zona.
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