Il ritorno dell’ora legale fa tutt’altro che bene al nostro fisico, chi pensa possa essere un bene abolirla forse non sbaglia, ecco cosa può accadere.
È ormai iniziato il conto alla rovescia in vista del ritorno dell’ora legale, che avverrà come di consueto nell’ultimo weekend di marzo, tra sabato 29 e domenica 30 marzo, quando saremo chiamati a spostare nel corso della notte le lancette avanti di un’ora. Tanti amano questo momento perché consentirà man mano che andremo avanti con il calendario di poter avere non solo temperature più elevate, ma anche giornate più lunghe, caratterizzate da una maggiore quantità di luce.
Pensare che uno spostamento di soli 60 minuti all’orario possa avere gravi conseguenze può essere eccessivo, si tratta comunque di un cambiamento che non dovremo comunque sottovalutare e che può richiedere un “rodaggio” di qualche settimana per consentire al nostro fisico di adeguarsi. Questa situazione può infatti essere assimilata a quello a cui possiamo andare incontro quando dobbiamo adeguarci al jet lag quando ci troviamo in un Paese con un diverso fuso orario, per questo non si possono escludere una serie di malesseri a cui si può andare incontro.
L’idea di poter arrivare oltre all’ora di cena e avere ancora luce può piacere certamente a tanti, unita alla possibilità di stare all’aria aperta più a lungo grazie a temperature che diventeranno più elevate, anche se questo non è sempre così esente da conseguenze. Sono infatti diversi i malesseri che potremmo riscontrare, effetto dell’ora di sonno a cui dovremo rinunciare al momento dell’arrivo dell’ora legale.
Gli esperti definiscono questo momento come “jet lag sociale”, essendo una sorta di piccolo jet lag, pur senza viaggiare. I problemi a cui si può andare incontro possono essere tutt’altro che lievi, come confermato nel 2020 dall’American Sleep of Medicine, che ha dimostrato come questa transizione possa portare a sviluppare disturbi cardiaci (cresce la possibilità di andare incontro a infarti), obesità, difficoltà di concentrazione e depressione.
Basta quella semplice ora a modificare in maniera significativa il ritmo circadiano del nostro organismo, ovvero l’orologio biologico della durata di 24 ore che regola l’alternanza tra sonno e veglia. Lo spostamento delle lancette modifica questi ritmi, costringendo il corpo ad adeguarsi in maniera veloce e registrando un vero e proprio stress. Il corpo non riceve più la luce, per questo si ritrova costretto a produrre una maggiore quantità di melatonina, l’ormone che si occupa di regolare il sonno, se però il buio arriva troppo tardi potrebbe essere difficile riuscire ad addormentarsi, per poi risvegliarsi la mattina successiva con pochissima energia.
Se davvero si volessero ridurre i disagi, sarebbe ideale addormentarsi con il buio e svegliarsi alle prime luci dell’alba, situazione che è però difficile da ricreare quando arriva l’ora legale. Da tempo si parla per questo della possibilità di abolirla in maniera definitiva, anche in virtù di numeri che non lasciano tranquilli relativi all’aumento del numero di incidenti e di errori medici che possono verificarsi nelle settimane successive, anche se attualmente questo si è trasformato solo in un proclama e poco altro.
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