Alcuni percettori non riceveranno l’Assegno Unico di febbraio 2025 come di consueto: perché è stato tagliato e come fare per riottenerlo.
Anche quest’anno l’Assegno Unico vedrà diverse novità, tra l’incremento della somma totale alla sua influenza nel calcolo ISEE. A partire da questo febbraio, infatti, l’assegno massimo sarà di 200,99€ a figlio (escluse eventuali maggiorazioni); e il minimo (ossia per chi ha un reddito superiore a 45.574,96€), passa a 57,45€ mensili.
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Per quanto riguarda il calcolo ISEE, questa entrata non influisce più da quest’anno, facendo abbassare conseguentemente il reddito annuo di moltissimi contribuenti. Novità a parte, una notizia meno piacevole riguarda il fatto che molte persone potrebbero non ricevere l’importo come di consueto a causa di un ricalcolo dell’INPS delle somme.
Questa condizione può gettare nel panico moltissimi percettori, specialmente quelli nuovi alla misura. Per fortuna a tutto c’è una soluzione, ma è bene capire come muoversi al fine di non perdere denaro che spetta di diritto.
Assegno Unico di febbraio: cosa succederà ai percettori
Più che di un taglio, si parla di una riduzione, anche ingente, dell’assegno di marzo relativo al mese di febbraio. Nel dettaglio, questo significa che alcune persone riceveranno un bonifico ridotto da parte dell’INPS a causa del ricalcolo. Ma perché ciò avviene e come fare per evitarlo. In realtà si è ancora in tempo.
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Sebbene l’Assegno Unico non necessita di un aggiornamento di anno in anno, e quindi non richiede una nuova domanda, è necessario aggiornare la DSU il prima possibile. L’aggiornamento può essere effettuato online tramite il sito dell’INPS, accedendo con SPID, CIE o CNS, oppure rivolgendosi a un CAF o a un patronato.
Se la DSU non viene aggiornata entro il 28 febbraio 2025, infatti, l’Assegno Unico verrà calcolato automaticamente sulla base dell’importo minimo. La buona notizia è che si ha la possibilità di ricevere gli arretrati, ma solo dopo aver fornito un ISEE valido.
Se non si aggiorna l’ISEE dopo tale data, si ha ancora tempo fino al 30 giugno 2025, con una sola ‘penale’: gli arretrati spettanti verranno comunque riconosciuti, ma solo successivamente. In particolare, l’INPS procederà con il ricalcolo dell’importo e l’erogazione delle somme dovute nei mesi successivi all’aggiornamento, con tempistiche variabili a seconda del numero di domande da elaborare.
Per questo motivo, è consigliabile muoversi per tempo e verificare l’esattezza di tutti i documenti richiesti, come certificazione dei redditi, estratti conto e attestazioni patrimoniali. Oltre alla riduzione dell’importo, un ISEE non aggiornato potrebbe impedire l’accesso ad altre agevolazioni economiche collegate, come bonus e detrazioni fiscali, specialmente per coloro che ricevono l’Assegno Unico e, dunque, si deduce abbaino figli a carico.