Anche per il 2025 sarà possibile usufruire del bonus videocamere di sorveglianza senza limite ISEE: le somme e chi può aderire.
I furti in casa restano una delle piaghe più fastidiose e diffuse in Italia. Nessuna città ne è davvero immune, anche se alcuni centri risultano più colpiti di altri. Guardando ai numeri assoluti, Roma guida la classifica con oltre 11.600 furti in un anno, seguita da Milano e Torino. Ma se si considera l’incidenza rispetto alla popolazione, il quadro cambia: Bologna, Firenze e Venezia registrano il maggior numero di intrusioni per abitante.

Dunque, non è solo una sensazione o un’esasperazione dei fatti: i dati parlano chiaro. In alcune città, i furti in abitazione sono aumentati in modo esponenziale negli ultimi anni, con incrementi che in certi casi superano il 200%. Numeri che fanno riflettere, soprattutto considerando quanto sia difficile difendersi da ladri sempre più organizzati e sfacciati.
Ed è proprio per questo che installare un sistema di videosorveglianza diventa ancora più importante. Per fortuna, anche nel 2025 lo Stato offre un’opportunità da non lasciarsi scappare: il bonus videosorveglianza. Non serve rispettare limiti ISEE, ma l’unico vincolo è che la spesa per l’impianto non superi i 96.000 euro per ogni abitazione.
Bonus videosorveglianza: come ottenerlo nel 2025
Chiamarlo ‘bonus’ non è del tutto corretto. Precisiamo che non si tratta di un contributo diretto, né di un rimborso immediato, ma di una detrazione fiscale del 50% sulle spese sostenute per l’installazione di sistemi di sicurezza. In parole semplici, chi decide di dotare la propria abitazione di telecamere e impianti antifurto potrà recuperare la metà dell’investimento sotto forma di sconto sulle tasse – quindi, sì, un rimborso dopo aver presentato il 730.

L’agevolazione è valida fino al 31 dicembre 2025, con un limite massimo di 96.000 euro per unità immobiliare. Il che significa che si può installare un impianto anche molto avanzato, recuperando metà della spesa in dichiarazione dei redditi. Va detto, però, che l’aliquota scende al 36% nel caso di una seconda casa, quindi il vantaggio fiscale è maggiore per chi investe sulla prima abitazione.
Per accedere alla detrazione, anche per chi avesse già installato un impianto in questi mesi, è fondamentale rispettare alcune regole: il pagamento deve avvenire con bonifico parlante (bancario o postale), specificando nella causale il riferimento alla normativa (Art. 16-bis del DPR 917/1986), il codice fiscale del beneficiario e la partita IVA dell’installatore.
Le spese per l’installazione di sistemi di sicurezza rientrano negli interventi di recupero edilizio, dunque, nel Modello 730 vanno indicate nel quadro E – Oneri e spese, precisamente al rigo E41. Se invece si dovesse compilare il Modello Redditi PF, basterà inserirle nel quadro RP, rigo RP41, sempre nella sezione dedicata alle ristrutturazioni edilizie.
Infine, è bene precisare che la detrazione non arriva tutta in un colpo: viene spalmata in 10 anni, con rimborsi annuali di pari importo. Se si spendono 5.000 euro per l’impianto, ogni anno si potrà recuperare 250 euro in dichiarazione fino a raggiungere il totale (ossia la percentuale di detrazione).