Libero sfogo del conduttore Carlo Conti sull’ultima edizione sanremese: non avrebbe mai voluto arrivare a tanto.
Dopo Sanremo, Carlo Conti è in pista per un’altra sfida. L’inedito show dovrebbe partire a breve, coinvolgendo dieci icone di un tempo, ancora oggi showgirl note al pubblico. Ne Vedremo delle Belle, il titolo del programma e sarà proprio così: ne vedremo delle belle, davvero.
Tutto è pronto per cominciare sabato 22 marzo su Rai1, il varietà che mancava – anche se, alla fine, assomiglia ad altrettante trasmissioni già viste, nonostante quel tocco personale. Dunque, il conduttore toscano entrerà nuovamente nelle case dei telespettatori, regalandoci un paio d’ore di allegria.
Al settimo cielo (e onorato) che l’azienda continui a riporre così tanta fiducia nei suoi confronti, ma tuttora assalito da una terribile amarezza. L’oggetto della sua ‘delusione’? Sanremo. Sebbene sia trascorso più di un mese, ormai, non può dimenticare l’offesa subìta. E spunta fuori il motivo.
Per qualcuno una conduzione ‘vecchio stile’, a dir poco impeccabile. Altri ne hanno criticato la linearità, troppo classico. Ma non è questo di cui si vuol parlare. Finora si sono sentite innumerevoli opinioni sulla 75° edizione del Festival di Sanremo, segno che la manifestazione canora alimenta, ancora oggi, la curiosità.
Ai microfoni de La Repubblica, Conti si è tolto un peso dal cuore, quel famoso ‘sassolino dalla scarpa’ divenuto ormai un macigno. Non ha mai accettato che moltissimi abbiano messo in dubbio il messaggio del Pontefice. Difatti, durante la prima serata della kermesse, c’è stato un grande momento di commozione.
È stato trasmesso pubblicamente un video-messaggio di Papa Francesco sulla pace, per non parlare del duetto Israele e Palestina, rappresentate dalle due artiste Noa e Mira Awad. Ebbene, il pubblico avrebbe esternato sospetti inerenti l’autenticità di quanto assistito. Un affronto a cui rispondere, subito.
Dinanzi alle accuse di aver registrato a suo tempo il breve monologo del Santo Padre, magari per Tale e Quale Show, quindi ‘riciclato’, così replica: “Come si può arrivare a pensare a una cosa simile? Lasciamo stare che si dubiti di un professionista serio, ma del Sommo Pontefice? Nel calderone dei social uno vale uno“.
Non ha reagito affatto bene, per quanto le critiche lascino il tempo che trovano, come si suole dire. Montano come la panna, sollevano un polverone e, subito dopo, si spengono in un soffio. Ora meglio pensare al futuro prossimo, con una esilarante avventura ad attenderlo: non c’è fretta, febbraio 2026 può aspettare.
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