Emergenza medici? Il governo trova una soluzione ma è già polemica: cosa cambia dopo la riforma

L’approvazione della riforma è giunta nelle scorse ore come ampiamente preventivato dopo il sì del parlamento dello scorso novembre: cosa cambia per chi vuole diventare medico e perché c’è chi ritiene che non si tratti della via giusta da percorrere.

Il sistema sanitario italiano vive da anni un paradosso generato da mancanza di personale negli ospedali e giovani medici che non trovano una collocazione all’interno delle strutture ospedaliere. Si tratta di un fenomeno complesso che come sempre in questi casi non ha una sola causa.

Gruppo di medici in posa
Emergenza medici? Il governo trova una soluzione ma è già polemica: cosa cambia dopo la riforma – vigodarzerenet.it

In primo luogo si tratta di una carenza organizzativa spesso conseguente ad una programmazione fatta in modo inefficiente. Ci si trova spesso di fronte a pensionamenti massicci dei medici più anziani senza la possibilità di effettuare un ricambio generazionale altrettanto importante. In parte perché c’è chi preferisce lavorare in campo privato per ottenere superiori rispetto a quelli che si possono ottenere nel SSN, oppure preferisce emigrare all’estero per trovare condizioni lavorative ed economiche migliori.

Una parte della colpa è anche della strutturazione dell’ingresso nel mondo del lavoro. I laureati devono infatti sottoporsi successivamente all’abilitazione (della durata di 3 mesi circa) e per poter operare come specialista sottoporsi ad una specializzazione della durata di 4-5 anni. La specializzazione in ambito medico è fondamentale, poiché consente di acquisire delle conoscenze utili a comprendere meglio patologie specifiche.

Il problema è che per accedere alle specializzazioni si deve ottenere la borsa di studio e spesso i fondi statali sono insufficienti per garantire agli ospedali il numero necessario di specialisti in tutte le aree. Questo obbliga gli strutturati e gli specializzandi ad una mole di lavoro superiore al normale e quindi a condizioni di lavoro non ottimali, per le quali lo stipendio previsto dal contratto nazionale risulta spesso inadeguato.

L’abolizione del test di medicina è una soluzione reale al problema?

Tutti questi fattori hanno già portato ad una carenza di medici specialisti e di personale in generale negli ospedali, ma qualora la tendenza dovesse continuare ci si troverebbe di fronte ad un’emergenza che può essere coperta solo attraverso l’assunzione di medici specializzati dall’estero (cosa che in parte sta già avvenendo).

Medico a braccia conserte con stetoscopio in mano
L’abolizione del test di medicina è una soluzione reale al problema? – vigodarzerenet.it

L’abolizione del test di medicina avvenuta nelle scorse ore permette a tutti di iscriversi alla facoltà e di scoprire se quel percorso di studi è effettivamente adatto alle proprie propensioni e capacità. Permette inoltre di valutare meglio gli studenti e di non escludere qualcuno sulla base di un test d’ingresso generico e spesso falsato dalle possibilità economiche delle famiglie.

Chi vuole iscriversi a Medicina, infatti, solitamente partecipava a corsi preparatori mentre si trovava alle superiori, corsi che non sono alla portata economica di tutte le famiglie e che obbligano gli studenti a carichi di lavoro eccessivi già prima di provare il test. Dal punto di vista dell’equità al diritto allo studio e alla corretta valutazione dello studente si tratta di una riforma da accogliere positivamente, ma basterà?

Criticità della riforma del test d’ingresso di Medicina

In seguito alla riforma tutti gli studenti che vorranno provare Medicina potranno farlo senza necessità di sostenere il test, il rischio è che vi sia un sovraffollamento di iscritti e che ne risenta la qualità della formazione. Servono più aule e più insegnanti per mantenere la qualità attuale e probabilmente il prossimo anno molti (se non tutti) degli studenti del primo anno dovranno seguire i primi sei mesi di lezioni online, una condizione non esattamente ideale.

Una fila di medici
Criticità della riforma del test d’ingresso di Medicina – vigodarzerenet.it

Per rendere un’idea della problematica, l’anno scorso si sono presentati oltre 70mila candidati per 21mila posti a disposizione in tutta Italia. Ciò significa che il prossimo anno ci sarebbe un surplus di 50 mila studenti da gestire durante il semestre di prova e anche successivamente. La riforma garantirà maggiori possibilità d’ingresso definitivo, garantite dall’aumento di 30mila posti ai corsi di Medicina e Chirurgia.

Si tratta dunque di un primo passo che comporta l’esigenza di effettuarne di successivi per garantire una corretta formazione del personale medico. Inoltre per risolvere il problema del ricambio generazionale bisogna anche aumentare i fondi per le specializzazioni. C’è poi da valutare un possibile effetto negativo secondario, una volta garantito il ricambio, infatti, il rischio, evidenziato sia dal Gimbe che da Giovani Medici per l’Italia, è che ci si ritrovi con una pletora di medici formati che per lavorare non sceglie più, ma è costretta ad andare all’estero o lavorare come privato.

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